Jolie, una barboncina fulva ancora cucciolona, ci è stata affidata da cari amici per un paio di settimane.
La teniamo in casa, casomai tentasse la fuga, in giardino meglio non rischiare…
La mattina seguente me la ritrovo accanto al letto, raggomitolata sul pavimento freddo e duro, pur di non stare sola nella cuccetta morbida che le avevo sistemato in salone.
E poi, rientrando dal lavoro, i miei cani che mi salutano senza troppo entusiasmo, e lei invece, che inizia a saltare facendo piroette come fossi io la sua padroncina.
La portiamo fuori, cammina fedele accanto a me, affido il suo guinzaglio a qualcun altro e mette su uno sguardo interrogativo sgranando i suoi incredibili occhi a madorla
Insomma, un cane diverso, difficile spiegarlo.
Un cane che non devi parlare perché già sa quello che stai per dire, che ti guarda e “lo senti“, senti che c’è, è li con te. Sempre.
Il giorno che i nostri amici tornarono a riprendersi Jolie, la lasciai a casa con mio marito ad aspettarli…
…mentre io vagabondai sola in macchina fino a quando non se ne andarono con la speranza, o la presunzione, che Jolie non fosse voluta tornare a casa sua.
Ovviamente non andò così…lei fu felicissima di rivederli (e loro altrettanto) e se ne andò via scodinzolando.
Fu così che, stregata da quella barbona, mi misi alla ricerca di una simil-Jolie.
Una ricerca durata oltre due anni, con il dubbio che, sì, vabbè, il barbone è un cane iper-intelligente e che si affeziona all’istante, ma chissà se mai ne troverò una come lei…
Beh, non solo la trovai ma ebbi la conferma che questa razza è un concentrato di tutto il meglio, il bello e il buono che un cane possa offrire a chi gli apre il proprio cuore!
Tutti diversi, e anche piuttosto numerosi, sono stati i cani che mi hanno accompagnata sin dalla più tenera età.
Ricordo Yupie, uno Yorky furbo come un furetto “regalatomi” da papà al mio primo compleanno e poi conteso fino allo stremo quando i miei si separarono…litigando credo più per la sua custodia che per la mia!
Giacobbe, il San Bernardo che si divertiva a dissotterrare e a riscaldare con i suoi 70 chili i bagnanti che sotto il sole d’estate, facevano le sabbiature in spiaggia (in assenza di neve ci si adatta). Tutto questo quando i cani erano ben accetti in tutti i lidi…
Poi ancora Dersie, un Collie iperprotettivo che poco tollerava le mie amiche di gioco e ogni tanto ne faceva scappare qualcuna in lacrime.
Togo, il Bob Tail che metteva in pratica le sue innate abilità di cane pastore radunando, e pure qui, necessità fa virtù, i bambini che giocavano a pallone al parchetto sotto casa.
Ovviamente non sono mancati gli “sfigati” acquistati ai negozi per toglierli dalle gabbie – vetrine, come Lilli, una dolcissima Cocker americana.
I trovatelli vagabondi come Oscar, un simil Schnauzer gigante che dopo due giorni di permanenza davanti la porta del mio ufficio è entrato nella nostra casa e nelle nostre vite e ci è rimasto per oltre 10 anni.
Insomma, tutti diversi questi cani, tanto nell’aspetto e nella mole, quanto nel temperamento, nelle attitudini, nel trascorso di ognuno di loro
Diversi anche i modi di amarli, perché sì, bisogna riconoscerlo, quando si è troppo giovani si vive il cane solo come fedele amico e compagno di giochi, ma poco ci si rende conto delle sue effettive necessità…
Nel frattempo che sono cresciuta ho conservato la stessa passione di sempre, grazie anche a un maggiore approfondimento della cultura cinofila e una formazione professionale che mi permette di operare con più consapevolezza, divenendo addestratore Enci, educatrice cinofilo, e ora completando il Master Allevatore Enci.