Perdonatemi la vena polemica.
Durante le trascorse giornate infinite di festa, ho ricevuto, ma non credo solo io, una serie interminabile di richieste di cuccioli da poter regalare al proprio bambino in occasione del Natale.
E quando qualcuno chiama dicendo di aver avuto altri cani in passato,
va “quasi” bene, perché sicuramente è consapevole dell’impegno che richiede una bestiola del genere.
Quando invece chiama qualcuno perché il suo bimbo, sulla letterina a Babbo Natale, ha scritto che vorrebbe tanto ma taaaaaanto ricevere un cucciolo, ma che loro ahimè non ne sanno nulla di cani, allora tremo.
Fortuna ha voluto (pensaunpo’cheparadosso) che per Natale non avessi alcuna disponibilità, così mi sono risparmiata di fare il predicozzo e di passare per noiosa e pure antipatica, per non dire di peggio.
È il concetto del cane inteso come “qualcosa” da regalare che proprio non mi va giù. Soprattutto se destinato a bambini che, per carità, magari sono davvero molto attratti e tanto innamorati dei cani, ma che nulla ne sanno della enorme responsabilità che da lì a poco stanno per accollarsi.
Il più delle volte poi, proprio perchè bambini, superata l’euforia iniziale del cucciolo puffosetto tutto coccoloso, e finite le feste, se ne tornano a giocare ai loro videogames e poco importa se la ciotola dell’acqua rimane vuota.
Ed è qui che, per forza di cose, se ne dovranno far carico i genitori.
Dovendosi già alzare alle 6 per andare al lavoro, ora si alzeranno alle 5.30 per portare giù il cane a far pipì e cacca (ammesso che non l’abbia già schioccata sul tappeto persiano).
E non avranno nemmeno il tempo di posare l’ombrello quando, appena rientrati dal lavoro, dovranno uscire di nuovo, magari con la pioggia battente o il vento sferzante, mentre invece vorrebbero solo infilarsi le pantofole e sprofondare nel divano.
Dovranno cambiare le loro abitudini vacanziere e cercare un alloggio pet-friendly, o altrimenti decidere di lasciare il cane in pensione, con tanti sensi di colpa e tanto dispendio di soldi e, lasciatemelo dire, anche tanto stress del cane.
Quando poi la propria cucciolotta andrà in calore, dovranno accettare che il proprio portone di casa venga eletto a punto di raduno di tutti i cani maschi del rione, con tanto d’inequivocabili spruzzatine marcatorie sullo zerbino.
Queste sono solo alcune delle millemila circostanze da affrontare quando si decide di far entrare un cane in famiglia.
Non vorrei adesso darmi la zappa sui piedi da sola, in quanto allevatrice, ma vorrei solo essere sicura che un mio cucciolo vada nelle mani solo di chi è disposto a tali sacrifici…
ad accettare senza farne un dramma una zampata di fango sul tailleur fresco di tintoria, a ricordarsi sempre e poi sempre dell’antiparassitario, pena la casa infestata da pulci saltellanti, a raccogliere cacche per i prossimi, se tutto va bene, 12, 15 ma anche 18 anni.
Solo colui disposto a tanto, saprà essere ricompensato dal proprio amato a quattro zampe con un amore incondizionato, di quelli davvero con la A maiuscola, per altrettanti anni, e se potesse, anche di più.